Vai ai contenuti

La cappella

Casa D.D.

La Cappella nella Casa don Dalmasso

Venerdì 24 dicembre 1999, con la celebrazione della Santa Messa, alle ore 17, è stata inaugurata ufficiosamente la nuova Cappella della Casa Don Dalmasso.
Si tratta di un fabbricato indipendente che, a lavori ultimati della nuova ala, sarà facilmente raggiungibile sia dagli ospiti attraverso un percorso chiuso e riscaldato, sia da parte della popolazione con un ingresso direttamente dall’esterno.

La cappella è a pianta rettangolare con lati di metri 13 e metri 5,40; è un ambiente raccolto e al tempo stesso armonioso e gioioso, con un gradevole accostamento di componenti architettonici. Colpisce il soffitto in legno con travi e capriate a vista, mentre due imponenti ali in pietra di luserna contornano l’altare anch’esso in pietra; in risalto la vetrata centrale raffigurante il Cristo Risorto ed un pannello sotto l’altare che rappresenta Gesù con i discepoli di Emmaus. Ai lati sono visibili due tronchi di legno scolpiti: su quello con tralci di vite e grappoli d’uva è appoggiato il tabernacolo; sull’altro, dov’è visibile una grande spiga di grano con chicchi che cadono. è posto il leggio.
Alla funzione religiosa hanno partecipato gli ospiti con alcuni parenti e molti parrocchiani, e in tutti si poteva notare grande soddisfazione.
Pur tra molte difficoltà organizzative, ma soprattutto finanziarie, un’altra tappa è stata raggiunta nei tempi prefissati.
Domenica 16 gennaio 2000 rappresenta un’altra importante tappa nella storia del soggiorno per gli anziani:

l’inaugurazione ufficiale della nuova cappella con l’intervento del Vescovo Mons. Natalino Pescarolo.
Per la descrizione di questo momento significativo non resta che affidarsi alle parole di una degli ospiti della Casa Don Dalmasso, Angela:
“Domenica 16 gennaio la nostra comunità ha vissuto una giornata ricca di emozioni e di gioia. E venuto tra noi il Vescovo di Cuneo. Mons. Natalino Pescarolo, che dopo aver celebrato la santa Messa in Parrocchia, gremita per l’occasione e con viva partecipazione da parte di tutti, bambini, giovani, adulti è andato a benedire la nuova cappella di “Casa don Dal masso”.
Egli si è presentato come un buon padre di famiglia, e soprattutto con gli ospiti della Casa si è mostrato semplice e cordiale salutando e stringendo la mano a tutti.
Si è fermato a pranzo con gli ospiti, intrattenendosi con loro, anche durante il concerto “Verbum Dei”.
Mi piace sottolineare tre frasi che ci ha detto prima di accomiatarsi, frasi che fanno pensare, e soprattutto danno una direzione alla nostra vita.

 «CHI PREGA VIVE»
Infatti nel Vangelo troviamo le parole di Gesù: «Quando due o più persone sonogiorno della inaugurazione cappella riunite, nel mio nome io sono in mezzo a loro» e se Gesù è in mezzo a noi, che cosa possiamo temere? Ma che cos’è la preghiera? Essa è il respiro dell’anima, è alimento di vita, è linfa vitale per la fecondità; un albero senza linfa, non dà né fiori né frutti, una vita interiore senza preghiera non produce né per sé né tanto meno per gli altri. Si dice che la preghiera è elevazione della mente a Dio, ma è bello anche pensare che la preghiera è come uno spalancare le porte dell’anima a Dio, perché Dio vi entri e vi si stabilisca non da ospite provvisorio, ma da amico permanente.

«CHI CREDE NON MUORE»
Inaugurazione Cappella    Anche qui è il Vangelo a darci la certezza quando Gesù dice «Chi crede in me avrà la vita eterna». Certo il nostro corpo morirà, ma l’anima creata da Dio e per Dio non moririrà in eterno, e se lo dice Lui possiamo ben crederci. Ma di fronte al male che dilaga, a tante tragedie, a tante morti inutili, guerre, catastrofi, talvolta è difficile credere in un Padre tenero e amoroso, quasi fosse Lui il responsabile di tutto e dimentichiamo che è proprio la libertà, dono grande di Dio e che l’uomo utilizza molto male a creare tutte queste situazioni difficili.    Nei momenti di buio, di sofferenza, di dubbio, dobbiamo avere la forza di dire a Gesù: «Signore, io credo, ma aumenta la mia fede».

  «CHI AMA NON INVECCHIA»

Ricordo una frase: «La vecchiaia inizia quando si finisce di fare del bene al prossimo; la giovinezza continua fino a quando si fa dono di sé agli altri».
Il fardello di anni che ci portiamo addosso, non rallenta il passo verso i fratelli; andremo da essi in modo diverso, però la sostanza è sempre quella, “l’amore”.
A volte incrociamo sul nostro cammino dei giovani vecchi, e dei vecchi giovani; un ventenne che non sa amare o ama in modo sbagliato è spento, va avanti a forza d’inerzia. Il vecchio invece che è ottimista,

scattante, ha in sé sete di avvenire, non in quanto anni, ma per il desiderio di fare del bene, è giovanissimo nonostante l’involucro esteri ore, che non pensa soltanto a sé stesso, ai propri guai per farne una litania di lamentele, egli estrae dal di dentro preziosi tesori che ancora possiede e ne fa dono. Finché c’è amore dentro di noi non siamo vecchi.
Un grazie sincero al nostro Vescovo che ci ha indicato come essere strumenti docili nelle mani di Dio per fare del bene e per aver affidato alla nostra preghiera le necessità della nostra comunità parrocchiale e diocesana”.

Torna ai contenuti