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avvio attività

Casa D.D.

L’avvio dell’attività di assistenza agli anziani

Lunedì 31 marzo 1997, giorno di Pasquetta, alle ore 18, è stato solennemente inaugurato il Soggiorno per Anziani intitolato a Don Bemardino Dalmasso.
Con le note della Banda Musicale di Bernezzo, la cerimonia è iniziata alla presenza di numerosissimi bernezzesi, del Vescovo Carlo Aliprandi, di Sindaci ed amministratori comunali di Bernezzo e dei Comuni limitrofi, di titolari di imprese che hanno prestato la loro opera per la realizzazione della Casa, nonché di alcuni Parroci di vicine comunità parrocchiali.
È un traguardo importante che, come ha sottolineato Don Gianni, Presidente della Casa, nel suo discorso inaugurale, corona anni di lavoro e sacrificio generoso e silenzioso di tanta gente, che ha contribuito per quanto ha potuto con denaro e lavoro; ma è al tempo stesso l’inizio di una attività impegnativa ed onerosa.
Ha preso poi la parola il Sindaco Cav. Vietto, che ha ricordato tra l’altro le varie fasi e personaggi legati in qualche modo all’attività e quindi ai vecchi muri del fabbricato.
Dopo il taglio del nastro, posto all’ingresso, ed eseguito dalla Signora Marta Bergia, (che ha raggiunto la venerabile età di 97 anni), ha avuto luogo la benedizione dei locali da parte del Vescovo.

Poi la cerimonia è stata allietata dall’esecuzione di alcuni brani di canto sacro da parte del gruppo corale “Verbum Dei”, nonché da un canto eseguito dal gruppo dei giovani cantori di Bernezzo.
È seguito un rinfresco (offerto per l’occasione dal Comune) e la visita ai locali del soggiorno.
In quest’occasione i visitatori hanno potuto verificare che restano ancora tante cose da fare nella struttura (Cappella, camera mortuaria, porticato esterno, sistemazione del cortile e del viale di accesso, giardini, giochi da bocce...)
Occorreva anche concretizzare l’opera del volontariato,

tassello veramente indispensabile per una buona riuscita dell’attività assistenziale e per tentare di contenere i costi di gestione e conseguentemente l’entità delle rette mensili. Dopo la distribuzione dei moduli di adesione all’associazione di volontariato, si contavano già numerose adesioni (circa 60), destinate poi ad aumentare ulteriormente.
Si poneva però un altro problema: le richieste pervenute alla Direzione per poter essere ospitati presso la Casa, privilegiate, come da Statuto e Convenzione con il Comune, per i nativi o residenti a Bernezzo da almeno tre anni, nella fase iniziale erano state molto esigue e tali da non consentire una gestione economica della struttura.
Ma, d’altra parte, si rendeva necessario che l’opera venisse avviata.
E’ stata accolta pertanto la richiesta ufficiale dall’Amministrazione dell’Ospedale Civile di Busca, appoggiata direttamente dalla stessa USL n. 15, di poter utilizzare provvisoriamente (per un periodo di circa due anni), parte della nostra Casa per alloggiare i propri ricoverati, dovendo i locali del suddetto ospedale essere ristrutturati, perché non più rispondenti agli attuali standard legislativi.
Come già accennato, i lavori di completamento sono proseguiti nei mesi seguenti.
Nell’estate è stata ultimata la camera mortuaria, ubicata all’interno del cortile; già si stava pensando alla realizzazione di altre importanti strutture che daranno un volto definitivo alla Casa Don Dalmasso, come il porticato esterno e la cappella, entrambi da costruire nel cortile in adiacenza al fabbricato principale.
La realizzazione di una cappella stava diventando particolarmente sentita ed oltremodo utile, vista la notevole affluenza alla S. Messa, celebrata due giorni alla settimana (mercoledì e sabato) alle ore 17; vi partecipavano, oltre agli ospiti della Casa, anche i loro parenti e molti abitanti della zona.
Intanto, al fine di migliorare ed arricchire la qualità della vita all’interno del Soggiorno, già da tempo si stava pensando ad un progetto di animazione rivolto agli ospiti, per dare loro qualche occasione di svago e di festa.
A tal proposito sono stati organizzati un incontro con i bambini ed insegnanti della scuola materna, una rappresentazione teatrale ed una esibizione della corale “Verbum Dei”. Si trattava di alcuni tentativi ancora da perfezionare, tendenti ad organizzare un’animazione rivolta agli ospiti, da tutti ritenuta molto importante ed efficace nella vita di comunità.
A testimonianza di questo impegno, nel periodo dal 18 dicembre 1997 al 6 gennaio 1998 sono state organizzate alcune attività di intrattenimento e di animazione che, inserite in un periodo di festività particolarmente significativo, hanno voluto costituire un modo semplice e un po’ familiare, rivolto agli ospiti, i quali hanno dimostrato soddisfazione. Certamente non si è potuto creare lo stesso calore che normalmente arieggia a casa propria, con le persone care, ma si è cercato in ogni modo di far sentire gli ospiti amati e ricordati.
Affiancate a tali attività dovranno anche nascere e crescere altre iniziative, programmate con continuità nel tempo, e soprattutto tendenti a coinvolgere in prima persona l’ospite, per farlo diventare quindi protagonista e non soggetto passivo, per realizzare una animazione non per tutti, ma con tutti.
Nella primavera del 1998, con l’ultimazione del porticato, il soggiorno “Don Dalmasso” ha acquisito un altro importante tassello della sua struttura; l’opera che si sviluppa quasi a forma di chiostro nel lato cortile, avrebbe offerto agli ospiti e ai loro parenti, nelle giornate meno fredde, la possibilità di passeggiare, di comunicare e di socializzare anche al di fuori della struttura principale.
Intanto importanti novità si stavano sviluppando nell’ambito degli indirizzi futuri della casa; infatti, dopo attenta analisi, si è deciso di trasformare il soggiorno in modo tale da accogliere in futuro non solo ospiti autosufficienti ma anche quelli che lo sono parzialmente o che non lo sono affatto.
Questo progetto, realizzato dopo la partenza degli ospiti dell’ospedale di Busca, ha comportato uno sforzo non indifferente a livello di struttura, di organizzazione, di gestione ed anche economico (necessità di ulteriori lavori nonché di un nuovo montalettighe).
Dopo le vacanze estive, a settembre 1998, si sono tirate le somme di quello che sino a questo punto dell’anno si è fatto, e di pensare anche ad eventuali progetti futuri.
Nella riunione del C.P.A.E. si è analizzata la situazione economica della Casa Don Dalmasso: bisogna distinguere la parte gestionale della struttura da quello che invece è ancora il pesante passivo dovuto alla costruzione della struttura stessa.
Per quanto riguarda la gestione, il bilancio si rivelava positivo, grazie all’apporto del volontariato e anche alla partecipazione alle spese vive (luce, riscaldamento, acqua, ecc,..) da parte dell’Ospedale di Busca, per la percentuale stabilita per i propri ospiti.
Quello che invece continuava a preoccupare è il pesante debito che ancora grava sul bilancio per effetto della costruzione della Casa stessa.
Il debito si aggirava su circa 500 milioni, una cifra considerevole, cui andavano sommate le spese per i lavori non ancora terminati e per la costruzione della Cappella e del montalettighe per il reparto RAF (per non autosufficienti). Il tutto, economicamente, avrebbe richiesto almeno altri 200 milioni.
Si è provato a sentire per un eventuale prestito in banca, quali siano gli interessi applicati ad un mutuo di 500 milioni; la cifra da restituire tra capitale e interessi si aggira sui 70 milioni all’anno per dieci anni. Come si può constatare la voragine del debito si stava allargando a dismisura, con un mutuo si sarebbe sanata momentaneamente la situazione, ma prolungando nel tempo i suoi effetti e prosciugando quasi interamente le entrate della parrocchia per molti anni.
Dal punto di vista economico è cominciato quindi un momento difficile, che prosegue ancora oggi.
Intanto il tempo è passato e si è posto un nuovo problema, ossia la necessità, ormai inderogabile, viste le precise disposizioni di legge in materia, di costituire il gruppo di volontari in una associazione legalmente riconosciuta dalla Regione.
Mercoledì 24 marzo 1999 si sono riuniti in assemblea i Volontari, che prestano la loro opera presso il Soggiorno per Anziani “Casa Don Dalmasso”, l’Asilo di S. Rocco ed altre realtà necessitanti di aiuto. Sono state prospettate due possibili soluzioni: la prima è di formare una nuova associazione con sede in Bernezzo, la seconda è di confluire in una già esistente in Cuneo, denominata “Associazione Volontari Servizi Caritativi Diocesani Mons. D. Peano”.
L’assemblea, all’unanimità, ha optato per la seconda ipotesi, per evitare le numerose e laboriose pratiche necessarie per attivare una nuova associazione.
È pure stato nominato un gruppo di quattro coordinatori (2 del capoluogo e di S. Rocco), cui spetterà il compito di collegamento con il Direttivo di Cuneo, nonché di animare e vitalizzare gli aderenti locali.
A fine luglio 1999, dopo poco più di due anni, gli ospiti dell’Ospedale dì Busca sono ritornati nella loro struttura, lasciando quindi liberi i locali che erano stati messi a loro disposizione.
Già da tempo il Consiglio di Gestione, dopo approfondita analisi, aveva ritenuto che fosse necessario orientare la propria opera di assistenza verso un servizio “totale”, in grado cioè di continuare ad ospitare le persone anche quando, peggiorate le condizioni fisiche, non sarebbero più state autosufficienti. E’ stata una scelta difficile, soprattutto perché molto onerosa, per tutte le implicazioni economiche che ne derivano, ma ritenuta necessaria.
Pertanto sono iniziati subito i lavori di adattamento della struttura, in modo da allinearci con quanto richiesto dalla legge in questi casi: le opere sono state completate rapidamente, grazie anche alla solerzia e disponibilità dell’impresa edile che ha intensamente lavorato per tutto il mese di agosto.
La “nuova” struttura avrebbe ospitato un totale di 50 persone, di cui 20 al 1° piano (R.A.A. = residenza assistenziale alberghiera, per autosufficienti), 20 al 2° piano (R.A. = residenza assistenziale per parzialmente autosufficienti) e 10 al 3° piano (R.A.F. = residenza assistenziale flessibile, per non autosufficienti).
E sempre in ossequio alle suddette leggi, occorrevano costruiti nuovi magazzini, l’ambulatorio medico, locali di servizio ed attività manuale, spogliatoi, servizi vari, montalettighe; a questi elementi si aggiungeva il locale per il culto (cappella).
Questo nuovo indirizzo all’attività, non previsto all’inizio dell’opera, comportava ovviamente un buon incremento di personale di assistenza, con la presenza anche di personale infermieristico e fisioterapista, per poter meglio assistere gli ospiti.
Uno sforzo notevole ha richiesto pure il rinnovo totale dell’attuale mobilio, sostituito con altri arredamenti ignifughi, rispondenti ai parametri di legge.
Come già l’anno precedente, è stata allestita durante le feste natalizie una mostra delle opere eseguite dagli ospiti, impegnati regolarmente con la palestra di vita” per dimostrare che anche alla loro età è possibile sviluppare idee e manualità.
E’ stata anche proposta ai visitatori una copia del giornalino che da tale attività è scaturito.

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