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L'organo

Chiese > della Madonna

L'organo



La sua storia iniziò nel 1903, quando l'allora parroco don Dellerba incaricò l'artigiano Francesco Vittino, originario di Centallo, di provvedere alla sua realizzazione e sistemazione nella chiesa dei SS. Pietro e Paolo.
Si tratta di un organo a trasmissione meccanica tipico dell'Ottocento: le sue canne (più di 800!) sono ricavate da materiali diversi tra cui legno, piombo, stagno e lamiera.
Il costo dell'opera fu considerevole: al costruttore andarono 2.600 lire, 200 per il soggiorno a Bernezzo
degli operai, 20 per il trasporto da Centallo alla chiesa, 85 per pagare il "minusiere" e 20 per il collaudo da parte del teologo Evasio Lovezzano, maestro e organista della chiesa del S. Cuore di Cuneo, per un totale di 2.925 lire.

Come spesso accadeva le famiglie bernezzesi aiutarono il parroco nella spesa con molte offerte in breve furono raccolte 710 lire.
L'inaugurazione dell'organo avvenne il 29 giugno in occasione della festa patronale e il collaudo avvenne il giorno seguente per mano del teologo Lovezzano.
L'organista incaricato di suonare questo prezioso strumento fu Guglielmo Ghibaudo: il suono dell'organo accompagnava così le funzioni delle domeniche e delle novene. Lo stipendio stabilito per questo servizio fu di 100 lire per il primo anno e 150 per i seguenti.
L'organo dopo una sessantina d'anni venne trasferito dalla vecchia chiesa parrocchiale nella chiesa della Madonna nell'aprile del 1965 per opera dell'organaro Rosario Chicci di Mondovì.
Ci descriveva l'operazione don Bernardino nell'inventario dei beni mobili e immobili della Chiesa della Madonna: "L'opera si impose senza indugi per salvare un così prezioso strumento dalla distruzione dei topi, che penetrati sulla tribuna già avevano rovinate irreparabilmente ben 32 canne nelle file dei ripieni e rosicchiate membrane legno ecc.Venne conservato nella sua originale e integra impostazione. Furono staccati (perché non liturgici e proibiti) piatti, campanelli, grancassa e timpani), gli strumenti fragorosi ma neanche di tutte quelle parti nulla fu alienato… I vari giochi di canne sono originali eccetto forse la fila dei violini che pare abbia sostituito, secondo la moda del tempo, il flauto di 8 piedi. Venne dotato di ventilatore automatico silenzioso (Frassino) e fu collocato a lato dell'altar maggiore su una cantoria ricavata sopra la sacrestia. La spesa comprensiva dei lavori murari (fu aperta una finestra che si affaccia dall'alto sul presbiterio, "tagliando" il dipinto di sinistra del pittore Gilardi, ndr.) e di falegnameria e fabbro ferraio fu di 720.000 lire, di cui 550.000 all'organaro)".
Negli ultimi mesi del 1993 avvenne ancora una risistemazione, questa volta definitiva: l'organo venne spostato dalla stanza sopra la sacrestia nella navata laterale, per sostituire l'organo elettronico che era irrimediabilmente malandato. Incaricato dei lavori fu l'artigiano Paolo Airasca di Piasco, esperto nel recupero di vecchi organi e nella costruzione di nuovi.
Vennero aggiunte alcune decorazioni, tra cui due angeli che danno fiato alle loro trombe, grazie a Roberto Fornero.
Il restauro ha comportato la spesa di circa 27 milioni e ora l'organo continua ad animare le funzioni religiose come faceva già…cento anni fa.


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