Vai ai contenuti

Confratelli e Consorelle

Tradizioni > Compagnie

Confratelli e Consorelle

La più antica compagnia (o Sodalizio) è la Confraternita detta già dei Disciplinanti, che fu canonicamente eretta sotto il titolo della SS. Annunziata con bolla del 11 marzo 1603 da sua Santità il Papa Clemente VIII.
La Confraternita è divisa nei due rami rappresentati dai Confratelli e dalle Consorelle.
La divisa dei Confratelli è costituita da un camice bianco e da un cordone pure bianco, che funge da cintura; quello delle Consorelle comprende abito e velo giallo su cui spicca il cordone di colore blu.
A loro era affidata nei secoli passati la cura e la conservazione di tutti i tesori di mobili, quadri e dipinti custoditi nella Chiesa della Confraternita della B.V. Annunziata, nonché della Chiesa stessa
Ogni anno in occasione della solennità della B.V. Annunziata (25 marzo) è prevista la vestizione e benedizione dei nuovi membri, anche se recentemente il numero di coloro che aderiscono è molto ridotto.
L'impegno della compagnia è di contribuire a porre l'amore quale fondamento della convivenza umana.
I suoi membri partecipano attivamente all'opera di evangelizzazione e catechesi, frequentano assiduamente i sacramenti e prendono parte alle celebrazioni liturgiche, alle feste ed alle processioni.
Un tempo i Confratelli cantavano l'Ufficio alla domenica prima delle ore nove.
Il Giovedì Santo nella chiesa della Confraternita si faceva la lavanda dei piedi a dodici Confratelli, poi, di lì, partiva la processione, cui partecipavano anche le altre compagnie, aperta dal Priore, che portava sulle spalle la croce. Ognuno teneva in mano una candela accesa ed al canto dei "Miserere" si saliva a San Pietro, allora chiesa parrocchiale.
Le processioni venivano aperte da due Confratelli che portavano un quadretto raffigurante I' Annunciazione, innalzato in cima ad un bastone.
Quando sì celebrava un funerale, la bara era portata a spalle dai Confratelli, che venivano poi pagati dai parenti del defunto.
Oggi queste usanze sono scomparse,
Ogni anno viene ancora svolta la Novena allo Spirito Santo, con processione dalla chiesa della Confraternita fino alla cappella della Maddalena.
E' stato rinvenuto tra i registri parrocchiali anche un manoscritto contenente i Capitoli sulla Veneranda Confraternita di Bernezzo (collegare al testo sotto) sotto il titolo della Santissima Annunziata di Maria Vergine, in cui sono riportate analiticamente tutte le regole delle due compagnie. Esso rappresenta una copia "con tutta esattezza e precisione", fatta il 5 agosto 1864 dall'allora cappellano. Purtroppo non è riportata nessuna nota sull'anno di redazione, per cui non è possibile risalire al periodo in cui il testo ha avuto origine, ma presumibilmente esso può variare tra il 1752, data da cui i parroci assumono il titolo di Arciprete (viene spesso citato nel testo "il sig. Arciprete") e il 1817, data del passaggio della nostra Parrocchia sotto la Diocesi di Cuneo, perché per gli atti di "straordinaria amministrazione" della Confraternita occorre ancora l'assenso dell'Abate (di S. Michele della Chiusa).
Questo regolamento, scritto in un italiano piuttosto arcaico, ci permette di ricostruire alcuni elementi peculiari della Confraternita, alcuni dei quali sono cambiati nel tempo. Innanzitutto molti erano i massari allora previsti: Priore e sotto Priore, tesoriere, segretario, due consuttori (consiglieri) e quattro visitatori degli infermi. Inoltre il decorso delle cariche avveniva in modo inverso rispetto a quello attuale: un soggetto veniva eletto Priore con voto segreto, il precedente Priore diveniva sotto Priore, quest'ultimo diveniva tesoriere (attualmente il massaro "nuovo entrato" diventa "massaro confermato" e poi Priore).

LODE ALLA BEATA VERGINE ANNUNZIATA


Odo suonar la squilla della sera
che dolcemente invita alla preghiera
per rallegrar il cor e l'alma mia.
Ave Maria, ave Maria!

Vedo aleggiar di Cielo un Messaggero
che soave rivela un gran mistero
nel salutar la Verginella Pia.
Ave Maria, ave Maria.

0 Gabriel, celeste Serafino,
unendomi all' accento tuo divino,
vo' dir in tua soave compagnia:
Ave Maria, ave Maria.

All'appressar dell' ultima mia sera,
aiutami a ripeter la preghiera
cotanto cara in vita all' alma mia:
Ave Maria, ave Maria.

Non tremerò in quei supremi istanti
se moverai le labbra mie tremanti
a mormorar nell'ultima agonia:
Ave Maria, ave Maria.


Torna ai contenuti