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L'interno

Chiese > della Madonna

L'interno


Le 3 navate sono divise da 12 colonne in cotto, a fascio (ora intonacate) con capitelli a cubo smussato (ora goffamente coperti, a giudizio di don Bernardino Dalmasso , da pitture di Santi in chiaroscuro (opera del decoratore Gilardi nel 1944); gli archi sono a sesto acuto. Una sola abside, quella nella navata laterale a destra per chi entra in Chiesa e a ridosso del campanile, conserva la volta originale a crociera in stile gotico, con affreschi dei quattro evangelisti. L'abside del presbiterio è inclinata a sinistra di circa 15 cm. Nella parete di fondo di questa abside furono riaperte due finestre gotiche, a doppia strombatura, durante i lavori di ripristino eseguiti dall'anno 1939 al 1944, sotto la direzione della Sovrintendenza ai Monumenti Artistici del Piemonte, di cui era presidente l'ing. Mesturino.

Sono tuttora tappate rozzamente, con muratura in pietre, tutte le finestre originali gotiche a doppia strombatura lungo le navate laterali, in seguito alla grande alluvione che seppellì Bernezzo e la sua Chiesa nel 1380.
Don Bernardino riteneva che nelle strombature interne di queste ci fosse tutto un "repertorio di canti gregoriani, della scuola benedettina cluniacense, a Maria SS. come possiamo ammirare per ora solo nelle due finestre dell'abside che furono riaperte".

Non è stato possibile ripristinarle a causa del rinvenimento di alcuni dipinti collocati sopra la porzione

di parete occupata dalle finestre e tuttora in fase di riscoperta e restauro. Al posto di questi punti luce furono aperti dei finestroni quadrati, situati più in prossimità delle volte.
Vennero pure abbattute due absidi, quella centrale e quella sinistra, e tutti gli altari barocchi. Questi due provvedimenti hanno rovinato in parte le linee originali dell'edificio. Nello stesso periodo fu abbattuto il pulpito e vennero sostituiti i banchi.
Ancora nel 1953, durante alcuni lavori di riparazione, furono ritrovati i mattoni che costituivano le cordonate di entrambe le absidi e tracce dei motivi decorativi degli stessi.

Un tempo la Chiesa doveva essere molto più luminosa (oggi la luce naturale che filtra è molto limitata): nella navata centrale si aprivano numerose monofore, oggi non visibili a causa delle volte erette in un secondo tempo, e esistevano sei archetti-luce (tre per parte) nei triangoli sferici sulla navata centrale, ora tappati da muratura.
Negli anni 1938 e seguenti tutta la chiesa fu risanata e ripristinata con un lavoro definito come "colossale" da don Bernardino. Per paura di una nuova alluvione il livello interno della Chiesa era stato in precedenza innalzato, senza però alcuna opera che convogliasse lontano le acque di cui Bernezzo è ricca nel sottosuolo.

Con questi lavori, liberata la Chiesa dalla terra, vennero rifatti i pavimenti ad un livello più basso su condotti di mattoni e cemento per il deflusso delle falde di acqua con una fognatura bianca di 360 m in tubi di cemento con un diametro 60 cm. Negli ultimi mesi del 2001 si è portata avanti l'opera di risanamento, con la rimozione dai muri laterali dell'intonaco ormai fatiscente e il ripristino con materiali traspiranti.
Resta da pensare alla tinteggiatura delle porzioni di pareti e volte non occupate da dipinti: gli attuali ornati a fogliame che corrono sugli archi, i già citati chiaroscuri di Santi sulle facce dei capitelli, gli ornati di varie forme sulle volte, sulle lesene e sulle colonne, come pure gli affreschi di pessimo gusto (parole di don Bernardino) che si trovano in capo alle due navate laterali e nel presbiterio sono opera del decoratore Gilardi e risalgono al 1944.
Si segnalano per il particolare pregio le pile dell'acqua santa in marmo bardiglio di Valdieri, procurate dall'arciprete don Durbano nel 1880.

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